Rivista quindicinale di critica politica, fondata
nel 1891 e diretta da Filippo Turati e da Anna Kuliscioff (in continuità
con "Cuore e critica" di A. Ghisleri). Pur riferendosi al Partito Socialista ne
rimase indipendente, criticandone spesso le direttive, e dando spazio alle voci
migliori del riformismo italiano. Vi collaborarono Bonomi, Treves, Matteotti,
Rosselli, Salvemini e il liberale Einaudi. La rivista si attestò su
posizioni antinterventiste durante la prima guerra mondiale e, pur non avendo
elaborato una linea di grande incisività in opposizione al Fascismo, fu
tuttavia sospesa dal regime nel 1926. Dopo la guerra U.G. Mondolfo diresse la
nuova serie, e la
C.S. diventò espressione di quella parte del
movimento socialista che si opponeva a un'alleanza organica col Partito
Comunista. Dopo la "scissione di palazzo Barberini", la rivista seguì gli
indirizzi della socialdemocrazia italiana.